Stasera ho una gran voglia di spassarmela, di fare follie.

Sono a casa col mio uomo e vorrei convincerlo a uscire, ma è un po’ pigro, ci proverò.

Sta lì a poltrire sul divano, col telecomando della TV alla ricerca di un canale interessante.

“Ho voglia di uscire, andiamo al cinema?” faccio io.
Lui storce il naso, si vede che non ne ha voglia. Faccio un altro tentativo motivandolo con una serata divertente e lo convinco, il patto è che sarà lui a scegliere il film.

Così vado a prepararmi, mi vesto gnocca, lo voglio intrigare e lo voglio far eccitare nell’oscurità della sala, quindi decido per calze a rete, reggicalze, gonna larga, un tacco 10 e una camicietta con seni nudi sotto e uno spolverino coprente.

Penso che stasera farò pazzie al cinema. Intanto già in macchina provo a smuovere le gambe e fargli notare le mie gambe eccitanti, ma lui nulla, sembra che non abbia alcuna voglia di guardarmi.

Come arriviamo, lui sceglie subito il film: è un action, che palle.
Entriamo in sala e ci mettiamo volutamente in ultima fila un po’ decentrati, io mi siedo alla sua sinistra e apro lo spolverino mostrando le gambe.
Lui nulla, approfittando delle luci che sono ancora accese, mi alzo e, un po’ atteggiandomi, me lo sfilo poggiandolo alla sedia libera di sinistra, poi mi siedo mentre mi sbottono il primo bottone della camicetta. Comincio a muovere le gambe, mi accorgo che molti altri spettatori lì in sala mi notano, ma lui niente, sembra che aspetti solo l’inizio del film.

Le luci si abbassano e poi il buio, come il film comincia io gli prendo la sua mano, lui me la tiene per un po’ poi la lascia e controlla il cellulare prima di spegnerlo.
Sono già passati 20 minuti e tra un inseguimento e una sparatoria, nonostante i miei tentativi di mostrargli cosa vi sia sotto la mia gonna, lui rimane impassibilmente e totalmente preso col grande schermo.
Dopo poco sento un sussurro: E’ libero?
Era un uomo dal volto un po’ celato da un cappello dalle falde ampie che mi chiede se può sedersi al posto libero vicino a me, proprio dove ho poggiato lo spolverino.
Tolgo immediatamente la giacca e la pongo sopra le gambe (anche per coprire un po’ le calze).

Lui si siede, mi accorgo subito che il nuovo vicino non sembra per nulla interessato al film e si gira spesso verso di me.
Mi preoccupo, vorrà il mio giaccone o quello che vi è sotto? Che faccio?
Per assicurarmi sposto la giacca fra me ed il mio amico tanto per vedere che fa.
Noto che i suoi sguardi aumentano e la cosa non mi dispiace, almeno qualcuno si è accorto di me!
Muovo un po’ le gambe, le allargo un po’ e fingo distrattamente di far alzare la gonna fino a far notare il reggicalze, ma poi rimettermi in sesto.

In realtà cerco di ignorare quella situazione, ma quel tipo mi intriga un bel po’, chissà chi sarà.
Non finisco di pensarlo che sento sfiorarmi il braccio con la sua mano, io ignoro e così la sento scivolare lentamente sulla gonna. E mo che faccio? Gli tiro una sberla?

Prendo lo spolverino e me lo rimetto sopra le gambe, ma con la sua mano prosegue lento il suo cammino e passa fino alla gonna, la solleva e raggiunge le calze, mi sale ancora sulla pelle nuda, mi accarezza dolcemente.

Subito vorrei che si fermasse, ma mi sta piacendo troppo, ho i brividi sulla pelle, ma si ferma tra le gambe come per invitarmi ad aprirle. Io, da subito, provo a tenerle chiuse, ma resisto ben poco e mi ritrovo con le gambe aperte e la sua mano che già mi tocca li nel mezzo.

Quanto mi piace, le sue dita mi spostano il perizoma e si infilano dentro, è un vero lago, sono arrapatissima.

Mentre le mie mani mantengono ben fermo lo spolverino, la sua sta giocando allegramente con il mio clitoride. Sto impazzendo e quasi perdo il controllo.

Forse involontariamente mi sbottono ancora la camicetta, tolgo un altro bottone, poi comincio a toccarmi quel capezzolo già indurito come un sasso.

Finché non arriva una scena cruenta sullo schermo che interrompe tutta la mia eccitazione, quindi mi ricompongo, richiudo le gambe e la mano dell’intruso scivola via.
Mi rendo conto di aver esagerato, allora mi alzo e mi accingo al bagno, chiedo al mio amico se mi accompagna, senza speranza.

Qui in bagno sono sola, non c’è nessuno (in fondo chi va al bagno sul più bello?).

Mi guardo allo specchio e vedo la faccia infuocata, apro l’acqua fredda e mi sciacquo la faccia più volte, ho bisogno di raffreddarmi un bel po’.
Continuo a sciacquarmi chinata sul lavandino e sento la porta smuoversi, alzo lo sguardo: è proprio l’uomo col cappello.

Ora che faccio? Il corpo ricomincia ad eccitarsi, non riesco più a muovermi, quasi impietrita resto chinata quasi a 90 gradi mentre continuo a sciacquarmi la faccia.

Quell’uomo si avvicina, oramai lo sento li dietro di me, sento subito le sue mani che mi sfiorano le gambe e mi salgono sui fianchi fino ai seni, mi sfiora i capezzoli: il mio corpo è tutto un brivido.

Le sue mani scendono, mi apre gli ultimi bottoni per poi tornare sui miei fianchi.
Mi alza la gonna da dietro e comincia a toccarmi i glutei, arriva al perizoma, me lo sfila completamente facendolo scivolare giù tra le gambe.

Risale lento, intravedo dallo specchio la visiera del suo cappello salire, poi carezzarmi le gambe, poi i glutei, lentamente, finchè non avverto la sua lingua che raggiunge il mio clitoride.

Le mie mani sono rimaste appoggiate al lavandino, quella lingua mi fa impazzire. Poi si rialza, non lo sento più, se ne starà andando? Ma ecco il rumore della sua zip aprirsi, giusto il tempo di capirlo che mi sento già penetrata.

Le sue mani che si appoggiano sui miei fianchi mentre mi sbatte e mi tira verso sè.
Il suo uccello si sente molto e mi piace tanto, poi con la mano comincia a giocare con il mio seno, sto godendo e sono al limite dell’orgasmo quando la sua mano si stacca dal mio seno e sale sui capelli.

Poi mi afferra con decisione da dietro la nuca e mi comincia a sbattere sempre più forte. Io urlo di piacere, ma l’audio del cinema copre ampiamente i miei gemiti.

Raggiungiamo insieme l’orgasmo e sfiniti ci accasciamo uno su l’altro sul quel piccolo lavandino che continua a sgorgare acqua.

L’uomo si rialza, si ricompone e va via, senza una parola.

Io molto più lentamente mi riprendo, ho le gambe che mi reggono a malapena e torno al mio posto.

L’uomo col cappello ovviamente non lo ritrovo al suo posto, mi risiedo, il tempo di tirare un sospiro ristoratore che il film finisce.
Il mio ragazzo mi dice: ti sei persa tutto il più bello del film, io annuisco e mi ricopro mentre usciamo dalla sala.

In macchina, sembra contento e dice: “Ci verremo più spesso al cinema, mi è piaciuto”.
Io gli sorrido e gli rispondo: “Tutte le volte che vuoi tu”.

 

dal diaro di una curiosa