Dal lontano 1996, quando uscirono per la prima volta, le Real Dolls sono diventate un must dell’intrattenimento per adulti. Si comprano su Internet e sembrano assolutamente vere in tutto.

Inizia tutto in una fabbrica  sulle colline di San Marcos, a due ore di auto da Los Angeles e si chiama Abyss Creations.
Il proprietario ed anche inventore delle Real Dolls, Matthew McMullen, mostra orgogliosamente le bambole del sesso più umane al mondo.
In 16 anni questo imprenditore, ha messo in piedi un impero di oltre 4 miliardi di dollari.

Oggi lo chiamano lo Steve Jobs del sesso e, con il leader della mela morsicata, in effetti ha molte similitudini.

Iniziò tutto da un piccolo laboratorio dove assemblava manichini, oggi Matthew ha fatto arrivare le sue creature sulle prime pagine dei maggiori quotidiani del mondo, ma non basta, dalle sue invenzioni è stato anche tratto un film ‘Lars e una ragazza tutta sua’ (Lars and the Real Girl) di Craig Gillespie, uscito sulle sale italiane nel 2008. Gli stilisti Dolce&Gabbana, nel 2009, hanno utilizzato queste bambole per una famosa campagna, ma perché stupirsi, le Real Dolls possono stare davanti all’obiettivo per 24 ore di fila senza mai stancarsi, non si lamentano, non hanno bisogno di pausa pranzo e non devono nemmeno essere pagate.
Basta avvicinarsi a una di loro per capire, gli arti si snodano, le mani assumono tutte le posizioni che si desidera, la loro bocca si apre e dentro trovi denti e gengive, sulla lingua comprese anche le papille gustative, gli occhi si chiudono e si aprono autonomamente.
Sono state studiate e realizzate in ogni particolare, perfino le ciglia sembrano tirate col mascara, alcuni modelli hanno addirittura le ossa del costato in vista, altre sudano.

Matt mentre andiamo in un magazzino al piano terra (dove le sue ragazze vengono verniciate quindi appese ad asciugare), ci dice: il nostro lavoro è fatto di dettagli, abbiamo messo a punto un sistema di sensori interni grazie al quale se si stringe un braccio, affiorano le vene blu. Non ci crederete ma alcuni modelli si riscaldano con il movimento, più le muovi più la temperatura in superficie si alza.
Eppure Matthew non ha inventato quasi niente: le bambole per il sesso esistono già da tempo perché i primi modelli sono entrati in commercio negli anni ’70, ma erano gonfiabili e simili ai pupazzi per i bambini.
Le Real Dolls hanno invece uno scheletro in PVC, articolazioni in acciaio inossidabile e un rivestimento di silicone.
Il peso è proporzionato alle dimensioni e spesso coincide con quello di una persona vera: dai 40 ai 60 Kg.

Il lavoro tecnico per ogni capo è lungo e meticoloso. Si passa dallo studio delle proporzioni del cranio per stabilire la forma di naso e zigomi alla verniciatura a spruzzo con tinture vegetali.
L’estetica è curata nei minimi particolari: tatuaggi, fossette del mento e unghie smaltate.
I capelli sono addirittura trattati da parrucchieri professionisti e vengono prima tinti, poi lavati con shampoo e balsamo come per una importante cliente in carne ed ossa.
La fabbrica delle Real Dolls è a tutti gli effetti un salone di bellezza. McMullen ha dieci collaboratori, tutti recuperati dall’industria cinematografica di Hollywood.
Sono truccatori, scenografi e artigiani che in un anno mettono sul mercato fino a 500 bambole; considerando che il modello base costa 12.000 dollari  (e con gli accessori è possibile arrivare fino a 50.000) direi che è un bel numero..

La porta d’ingresso del laboratorio recita questa frase La fantasia non esiste ed è la regola fondamentale per un’azienda che esegue alla lettera tutti gli ordini dei clienti.
La ricerca va di pari passo con le richieste degli acquirenti. C’è chi vuole una bambola grassa, chi la vuole identica ad Angelina Jolie e chi si accontenta della vicina di casa o della mamma del migliore amico.
Esiste anche uno studio sulle Real Dolls: Love + Sex with Robots del ricercatore britannico David Levy, secondo il quale nel 2050 fare sesso con robot umanoidi sarà una pratica molto diffusa.
Sostiene che con il tempo, queste creazioni potrebbero diventare replicanti capaci di innamorarsi, proprio come in Blade Runner.

Mah, sarà per ovvietà o per tradizione… a me piace ancora la donna vera, quella  in carne ed ossa. Quella che, per concedersi, ha ancora bisogno di un po’ di impegno da parte di noi uomini!