In un primo frangente, l’uomo o la donna che provano attrazione per qualcuno, esordiscono fornendo tre tipi di messaggi:
– Sono qui
– Sono una femmina (o sono un maschio)
– Non ho intenzioni minacciose (soprattutto per l’uomo).

Eccomi, son qui
Non avendo la possibilità di variare il colore del manto o di emettere stimolazioni olfattive come gli animali, l’essere umano fa uso di artifici materiali. Così la donna, analogamente a quanto fa il pesce, quando sfoggia una livrea dai colori sgargianti, dipinge le sue labbra, esalta le ciglia con il mascara, adorna le orecchie con orecchini e pendenti.
L’uomo, da parte sua, veste abiti eleganti, rade il suo volto (uno stratagemma che serve a rassicurare sulle sue intenzioni, evocando una condizione adolescenziale), prende possesso di un territorio, stazionandovi o delimitandone il perimetro (ad esempio ad una festa) con oggetti personali o con il proprio bicchiere o piatto. La donna, al contrario si muove molto di più, passa da un tavolo ad un altro, si sposta dalla cucina al salotto e così via. In questo suo andirivieni, sembra ignorare i maschi presenti, ma ogni tanto, lancia occhiate oblique, rapide e ripetute.

L’attestazione del genere sessuale
Per farci notare dal potenziale partner e per fargli comprendere la nostra disponibilità, esaltiamo la nostra identità sessuale. Ci si può sedere accavallando le gambe e incrociando i piedi sulle caviglie (postura impossibile, per conformazione anatomica, per un uomo e quindi simbolo di femminilità), toccandosi con il polso piegato verso di sé, tenendo la mano poggiata sul fianco, in modo da accompagnarne la curva (L’ampiezza del bacino è indice della capacità di procreazione; un forte stimolo inconscio per l’uomo). L’uomo, assume pose da «maschio dominante»: tiene le gambe esageratamente scostate, tira il petto in fuori, solleva il mento, ride e parla in modo più forte e sonoro. Il segnale «sono innocuo»: la sua funzione è di impedire un travisamento dei segnali di dominanza (intesi, per la verità, sì a «mostrarsi belli» di fronte ad una donna, ma anche ad intimidire i possibili rivali). L’uomo, sorride più del solito, distende i tratti del volto, parla tenendo i palmi delle mani rivolti verso l’esterno (un segno di arrendevolezza e di pacificazione). La donna, per evitare che l’uomo si senta inibito o frenato, può mostrare posture infantili, come il piegare la testa verso la spalla, l’abbracciarsi o l’accarezzarsi la guancia. Un’altra tattica è il simulare la condizione di affascinazione; realizzata abbassando le palpebre superiori e schiudendo la bocca.

La valutazione
Questa fase ha il fine di scoprire se l’altro, già giudicato attraente, ha i requisiti» per essere anche interessante. Una ricerca condotta su individui di entrambi i sessi, di cultura europea o asiatica, ha messo in luce una scoperta notevole. L’ambiente di provenienza fornisce forme e modi del comportamento; tuttavia, la donna di qualsiasi nazionalità ha un modo fine e universale di segnalare attrazione e, nel contempo, spingere l’altro a scoprirsi. In altre parole, modifica velocità, durata, ampiezza e altre sottigliezze del movimento. Le movenze si fanno infatti gradualmente più pacate, frequenti e moderate. Queste minime modificazioni, non sono avvertite coscientemente; nondimeno, si insinuano e il loro effetto si somma, influenzando l’apertura del compagno. L’etologo austriaco Karl Grammer ha osservato che le donne adottano anche un altro modo per mettere alla prova la compatibilità del partner, ma solo se si sentono attratte: fanno un movimento (come, passarsi la mano fra i capelli o aggiustarsi la gonna) e restano in attesa (seppure la strategia non risulti cosciente o intenzionale) di una reazione del partner (che ad esempio, può massaggiarsi l’avambraccio o appoggiare la mano sulla coscia).

Se le volte successive in cui la donna ripeterà lo stesso segnale, l’uomo rifarà anch’esso lo stesso movimento l’incastro sarà perfetto e, preso atto della coordinazione, la donna gli si svelerà in modo più esplicito.
La conversazione, in questo frangente è in genere leggera, generalmente priva di opinioni forti o personali; le divergenze di opinione vengono accuratamente evitate.
Durante, i primi scambi verbali, una donna mostra di trovare più attraente un uomo che nel parlare, solleciti il suo punto di vista, mostri di capirla ed esprima calore e gradevolezza.
Nel corso della valutazione, uomo e donna tessono una complessa trama di interazioni non verbali ad indicare gradimento, interesse o eventualmente rifiuto.
La reazione più caratteristica che segnala l’atteggiamento della donna è la posizione delle braccia:
– sono quasi sempre conserte, quando l’uomo che le sta di fronte le è indifferente o non le piace
– tendono invece a rimanere aperte, se prova attrazione.
In quel momento i comportamenti mostrati da entrambi i sessi per manifestare l’interesse sono simili e, per lo più sovrapponibili.
Esistono però dei segnali tipicamente maschili e altri più caratteristicamente femminili e buona parte di questi comportamenti sono stati catalogati dallo psicologo Stefano Benemeglio.
Vediamo quali sono:

L’UOMO

– Si può toccare l’avambraccio o accarezzarlo;
– Si Liscia la cravatta o, tenendola per la punta, la tira verso l’esterno;
– Accavalla le gambe verso la donna o orienta il corpo o parte di esso verso di lei, mentre conversa con qualcuno o si mostra interessato ad altro;
– Si passa una mano sul torace;
– Si avvicina, spesso con un pretesto e mostra di voler stare vicino alla donna (ad esempio, appoggiandosi con la mano sullo stipite di una porta, tenendo i piedi sul poggiapiedi della sedia della partner, ecc).
– Inclina il busto verso la donna e lo tiene inclinato oppure (ma questo è valido per entrambi i sessi); se è seduto a lato della donna, riduce l’angolo tra sé e lei (Givens, 1983).
– Si strofina il retro del collo o il torso.

LA DONNA

– Si passa la lingua sulle labbra (spesso sul labbro superiore e centralmente);
– Si accarezza capelli o ne annoda una ciocca su un dito;
– Si manipola un anello, il lobo dell’orecchio o la collana;
– Si Passa delicatamente la mano sulla spalla, sulla parte anteriore del collo e sul collo del piede;
– Tocca l’altro anche se in modo apparentemente involontario (come con uno sfioramento), ma ripetutamente.
– Si tocca dove è stata appena toccata dall’altro (così, se l’uomo mette la mano sull’avambraccio della donna, nel dirle una cosa; quando lo toglie, lei può accarezzarsi nello stesso punto);
– Si abbottona e sbottona più volte un bottone della camicetta.

Entrambi, se si accorgono che l’interlocutore è antipatico o (in particolare per la donna) troppo spinto, possono dare dei segnali di rifiuto.

I SEGNI DI RIFIUTO (validi per entrambi i sessi):

– Incrociare le braccia;
– Sfregarsi il naso;
– Ritrarre il busto o fare un passo indietro;
– Accavallare le gambe in senso contrario all’interlocutore;
– Togliersi qualcosa dalla zona lacrimale (nell’angolo interno dell’occhio);
– Mantenere il volto inespressivo;
– Spazzolare all’improvviso la giacca, la gonna o i pantaloni da polvere, da un peluzzo o da un capello.

LA FASE D‘INTESA
Se le prime due prove hanno dato esito positivo, si crea una maggiore esposizione reciproca; la conversazione si fa più fluida, mentre gli argomenti diventano più personali ed intimi.
Si assiste inoltre ad un’intensificazione del comportamento non verbale di entrambi. Osserviamo, in questa fase:
– che gli occhi appaiono come patinati,
– le pupille sono dilatate
– la muscolatura diviene più tonica e scattante
– Il tono di voce dell’uomo diviene più nasale.

Quando l’affiatamento è grande, possono non passare più di due secondi che l’altro ripete posture, autocontatti, gestualità dell’interlocutore.
Da questo momento, il passo al contatto fisico vero e proprio è breve!

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