Sono un libero professionista e ogni volta che vado dalla mia commercialista per sistemare la mia contabilità, faccio sempre pensieri erotici su di lei che mi fanno eccitare come un liceale.
Molte volte è capitato che Eva, per aiutarmi con i miei orari, mi ricevesse il sabato mattina con lo studio chiuso al pubblico. Come di prassi ci sentivamo il giorno prima per la conferma.

La mattina successiva quindi mi sveglio, faccio una bella doccia e mi masturbo con l’acqua calda della doccia pensando a quella donna meravigliosa di Eva.
Svuotate le palle, mi vesto e mi reco all’appuntamento programmato portando tutte mie fatture che le dovevo consegnare per la registrazione.
Arrivo con l’auto perdendo i soliti venti minuti per posteggiare in una zona sempre molto trafficata, citofono e mi risponde Eva che mi dice di salire.  Lei è proprio una bella donna, sulla quarantina, alta, con un seno abbondante, fisico statuario e fianchi molto generosi.

Arrivo al secondo piano e lei era già lì, sulla porta, che mi aspettava. Vestiva con un bel completo grigio chiaro, molto elegante, una camicetta aderente che le esaltava perfettamente il suo bel seno. Ci salutiamo cordialmente e mi fa cenno di seguirla.
Attraversiamo tutto lo studio deserto e silenzioso ed arriviamo al suo ufficio piuttosto grande e luminoso.
Lei si siede sulla sua poltrona nera di pelle ed accavalla le gambe scoprendole fin oltre il ginocchio ed inizia ad esaminare le fatture che le avevo portato.

Oggi era particolarmente di buon umore, ogni tanto rispondeva al telefono e nel frattempo, mi guardava e mi sorrideva. All’ultima telefonata però rimasi molto incuriosito, perché diceva che quest’oggi avrebbe finito tardi e non sarebbe tornata a casa a pranzo. Deduco che doveva essere stato il suo compagno, ma comunque non sapevo se fosse sposata o meno.

Aspetoi che Eva riattaccasse e le domando:
Oggi hai un sacco di lavoro” – poi mi riprendo – “oh mi scusi dottoressa non volevo mancarle di rispetto trattanola del tu
lei mi gurada sorridendo e mi fa:
Ma dai non ti preoccupare ci conosciamo già da qualche tempo e stiamo ancora al lei? Dammi tranquillamente del tu, non ti preoccupare
poi mi guardò e continuò:
Ma oggi veramente avrei solo te, lo sai che il sabato non lavoro mai, ma avrai capito anche che per te faccio sempre un eccezione
fu allora che mi decisi di iniziare ad insediarla:
E come mai fai questa eccezione per me Eva? Che ho di speciale?” le chiesi.
Lei si alzò sorridendomi e camminando come una pantera mi si avvicinò, poi mettendomi una mano sull’uccello escalmò:
Per questo no?

Sentii la sua mano come un rapace che cattura la sua preda e sento il mio uccello, già carico da casa, che si era gonfiato al solo pensiero di Eva.
Lei, che ancora mi teneva il mio membro in mano, mi guarda e mi infila la sua lingua in bocca, non potevo crederci, ma finalmente capisco che mi si voleva proprio scopare.

Io la presi, la feci sedere su di me, ed iniziammo a giocare con le nostre lingue; la sua era impertinente e peccaminosa e la sentivo prepotente dentro la mia bocca.
Poi si alzò, si mise in ginocchio davanti a me e mi aprì la lampo dei pantaloni, in un attimo ero rimasto con gli slip.
Sentì le sue mani ad esplorare il mio membro già durissimo; poi inizia a prendermelo in bocca. Inghiottiva la mia cappella, era affamata e la sentivo interessata a prenderne più che poteva. Iniziò a spompinarmi mentre io le tenevo la testa dai capelli indicandole il ritmo da seguire per avere il mio massimo piacere.
Lei leccava e succhiava ed io intanto le sbottono la camicetta, rimase solo con il reggiseno che prontamente slacciai.
Mi mostra dei seni meravigliosi duri e gonfi, lei si prese i seni in mano e li avvolse intorno al mio cazzo, facendogli una fantastica spagnola.
Lei mi guardava e sorrideva, pensai “che bella troia che sei Eva!”.
Le sue tette così grandi mi massaggiavano la cappella in un modo stupendo, me le premeva forte aumentando e diminuendo il ritmo secondo i suoi gusti che corrispondevano meravigliosamente ai miei.
Ogni tanto mi sputava la cappella per migliorare la lubrificazione e continuava con le sue meravigliose tette sulla sega appena iniziata.

Poi si alzò si stese sul tavolo dello studio tirò su le gambe le allargo e mi fece cenno di andare da lei, mi aspettava col solo perizoma che spostai prontamente con la mano fiondando la mia lingua su quelle due labbra abbondanti bagnate e calde.

Inarcò subito la schiena e mi tenne la testa in mezzo alle sue cosce affusolate per darmi modo di leccare al meglio.
Era bagnatissima e  pensavo a quel meraviglioso sogno che si stava realizzando.
Allargai tutta la mia lingua e gliela passai su e giù più volte alternando con colpetti veloci di dentro e fuori.

Andai avanti a leccare per tanto tempo e lei un po’ affannata mi fa: “guarda che ti tengo qui tutto il giorno a leccarmela” e io: ” non chiedo di meglio” e mi ributtai a capofitto verso quella tana calda che mi risucchiava a sé.

Poi iniziai a maneggiarle il clitoride con le dita e con la punta della lingua lo colpivo fino a quando mi spruzzò in faccia e in bocca.

Continuai a leccare ancora un po’ e dopo poco mi venne di nuovo in bocca, era veramente assatanata.
Continuai cambiando giochino e la girai sul tavolo merttendola a pecora, le alzai la gonna, le spostai il perizoma e gli infilai su tutta la mia verga. Un sospiro di sollievo intravidi dalla sua bocca. La pompai tenendola stretta per i fianchi. Che visione spettacolare che eraEva!
Io me l’avevo sempre immaginata così e mi ero più volte masturbato con l’idea di farmela in quel modo.

Non volevo venire, cercavo di trattenermi più che potevo per godermala tutta il più possibile, non era facile per me, possedere una siffatta donna per la prima volta richiede una padronanza ed un controllo che non pensavo di possedere, però a lei la mia scelta piaceva molto.
Sentivo la cappella che stantuffava con sicurezza e come provavo a tirarla fuori, lei, con mano decisa, mi rispingeva ancora dentro.
Mi diceva :
Spingi forte, scopami, fottimi ma non mi spruzzare, aspettami e fallo solo quando te lo dico io” questa sua richiesta mi dette più forza per resistere ancora e per distrarmi iniziai ad allargarle il culo con due dita, sputai sul suo buchetto e lei non disse nulla, anzi mi aiutò ad allargarselo divaricando con le mani le sue splendide natiche.
Fu allora che sfilai il mio cazzo per appoggiarglielo all’entrata del nuovo buco da assaggiare, piano piano le feci entrare la cappella, ma lei era avidissima e si spinse verso di me per farlo entrare tutto dentro.

Lei girò la testa, mi guardò e mi disse:
ora scopami come non hai mai fatto con nessuna” e a quelle parole iniziai a spingerla forte sbattendole le palle contro la sua figa bagnata.
Per quanto la sbattevo facevo un rumore forte e lei gemeva e godeva. Leii iniziò a masturbare il clitoride e venne un’altra volta con gemiti composti ma molto acuti.
Andai avanti per parecchio senza venire e questa cosa a Eva piacque parecchio, sicuramente sarà stato merito anche della mia sega precedente fatta alla mattina sotto la doccia).
Poi si girò e mi disse:
Ora voglio che mi rompi il culo, cerca di fammi godere forte” e a quelle parole la montai ancora con più irruenza, mi ci vollero altri dieci minuti per sborrarle dentro tutto il mio seme caldo. In quel momento gridai forte e le strinsi forte i fianchi tanto da lasciarle pure dei segni.

Rimanemmo immobili così fino a quando il mio uccello si ridimensionò, ci volle un pò (tanta era l’eccitazione) poi lo tirai fuori, lasciai scolare a terra il mio sperma e mi rialzai gli slip. Continuammo a toccarci per un po’ poi mi rimisi i pantaloni e lei si risistemò il perizoma e la gonna. Lei era ancora col suo seno nudo, e noi continuammo a baciarci al lungo, poi ci sedemmo sul divanetto e lei mi offrì una sigaretta.

Fumammo, scherzammo e parlammo a lungo, lei è una donna fantastica, e fuori dal suo ruolo, è veramente ammaliante e simpatica.

Continuammo ancora e cominciò a farsi tardi, allora ci salutammo con un lungo bacio e lei mi accompagnò alla porta.
Ti aspetto Sabato Prossimo…” fece lei.  “Eva non vedo l’ora che arrivi il prossimo sabato, ho un sacco di fatture da portarti!” dissi scherzando.

Claudio3 per I racconti degli utenti