Sono sdraiata a pancia in sotto sul lettino da massaggio, nel mio cubicolo odoroso di incenso e spezie varie, con solo un piccolo telo copri-sedere, i capelli avvolti nel turbante dell’asciugamano.
Si apre la porta e  il mio sguardo curioso incontra quello di due occhi azzurri tanto chiari da sembrare quasi bianchi, tondi, leggermente sporgenti.
Non è bella Stasija, fisico sciutto, capelli biondo-bianco raccolti dietro la nuca, viso appuntito, anonimo, età indefinibile tra i trenta e i quarant’anni, assomiglia ad una infermiera efficiente e distaccata nel suo camice bianco.
Ma quando sorride, qualcosa si scioglie dentro di me, i denti sono splendidi, bianchi  e forti, le labbra, rosate, sembrano fiori di  geranio schiacciati. Ci salutiamo, mi chiede che massaggio sono solita fare, se ho problemi fisici, le solite cose.
Loda l’agilità del mio corpo, ma con fare distaccato, da professionista, solo lo sguardo… se i suoi occhi fossero bocche direi che una gran fame la divora.
Mentre parla, si avvicina allo scaffale pieno di bottigliette e mi fa colare tra  le scapole un olio dal profumo denso, un insieme di essenze floreali, speziate.
– Maddalena non ha mai usato questo olio mormoro io, già sopraffatta dal profumo intenso.
-Lo so, se è d’accordo lei sarà la prima cliente di questa città a provarlo, me lo porta un amico dalla Tunisia, credo sia perfetto per la sua pelle così scura e non troppo delicata, le mie mani la massaggeranno meglio, vedrà...
E sorride di nuovo,  con quello sguardo strano, affamato di passione sempre illusa e delusa, tenendo le mani in alto, come un chirurgo prima dell’intervento.
Io chiudo gli occhi, preparandomi al suo tocco, quando l’asciugamano che mi avvolge i capelli umidi cade per terra.
Stasija lo raccoglie, poi  immerge una mano nella mia chioma, che arricciolata scende oltre il lettino e mormora:

Che bei capelli, forti, neri, hanno una loro vita, così ingarbugliati… Mentre parla continua il movimento, lisciandoli, per  ricoprirli con l’asciugamano ed io rabbrividisco: non può aver intuito che sono particolarmente eccitata  da questo tipo di carezza.

Sospiro e il brivido dell’avventura mi scuote, dalla testa ai piedi, passando, come una lama,  attraverso il sesso, che inizia a pulsare come un vero cuore.

Segno inequivocabile della corrente di desiderio che  mi spinge, per motivi imperscrutabili, verso di lei.
Chiedo alla donna che cosa l’ha portata in Italia, le solite domande e lei  comincia a raccontare, con una voce dolce, morbida, come se narrasse una favola e intanto le sue mani, bagnate di olio profumato, si mettono al lavoro su di me.

Dapprima mi colpisce col taglio della mano, brevi colpi, rapidi e decisi, poi inizia il massaggio vero e proprio,  alternando alla forza la dolcezza, lavorando i muscoli della schiena, dei glutei, delle gambe ed io comincio a sentirmi distesa, tranquilla, in pace con me stessa e col mondo.

Quando attacca con forza la parte alta delle cosce le sue mani scendono, come per caso, attraverso il solco delle natiche in una carezza insistente.
Ma potrebbe essere un caso, forse non l’ha fatto apposta, penso (anche se dentro di me so che è vero il contrario).
Quando Stasija mi dice di voltarmi, la guardo e so che ora arriverà qualche cosa di insolito – dalla Russia  con amore penso.
Mi giro, completamente nuda, il telo copri passera è solo un’ipocrisia.

Stasija si è voltata verso l’armadietto e mi mostra due  attrezzi grandi come un pacchetto di sigarette:
Vibromassaggiatori dice e poi – sono ottimi per i seni e il ventre e le cosce, dove la pelle è più delicata, vuole provarli? A mani nude farò il resto
Certamente rispondo incuriosita, intanto penso in quale vecchio libro erotico abbia già letto di una cosa simile.

Allora le palme vibranti della russa cominciano a percorrere lentamente la superficie del mio corpo nudo, affondando ovunque ci sia una piega o una cavità, scivolando con perizia nell’incavo del collo, sotto le ascelle, tra i seni.
Chiudo gli occhi, mentre un desiderio strano, lento e caldo, umido come le nebbie dell’hammam mi invade.

Smetto di parlare, si ode solo il leggero ronzio dei piccoli apparecchi.
Dopo aver percorso il ventre Stasija scende alla superficie interna delle cosce, là dove la pelle è più tenera, sensibile, pronta al piacere, dove adoro essere baciata e …
Tremo in tutto il corpo, non posso trattenermi, le mie gambe si aprono leggermente, sollevo il pube che chiede di essere accarezzato.

Ma le mani della massaggiatrice si allontanano, risalendo verso il ventre, poi s’arrampicano fino ai capezzoli, ora sfiorandoli, ora premendoli sulle punte, facendoli rientrare nello spessore dei seni.
Mi lamento piano, inarcando le reni.

Allora  Stasija con il vibromassaggiatore, in studiata lentezza, passa e ripassa sull’umido tessuto interno del sesso fino all’entrata del mio ventre, senza precauzioni di dolcezza, senza lasciarmi tregua.

L’orgasmo arriva allora violento e con lui anche il mio grido trattenuto di liberazione e di  ringraziamento.

Stasija si china rapidamente e mi bacia, leggera, fermandosi un attimo ad annusarmi, poi:
Che buon odore mormora, con la sua voce cantilenante, poi riprende il massaggio con le mani, come se niente fosse successo.

Ed io, grazie a lei, capisco finalmente l’antica funzione dell’hamam: dar sollievo alla carne per liberare lo spirito, attraverso il piacere.

Da questo primo incontro con Stasija sono passati mesi, a volte la trovo disponibile quando vado al centro, a volte no, ma solo con lei riesco a volare, attraverso le umide nebbie del piccolo bagno turco.

da Malaspina